Quasi tre anni fa abbiamo affrontato una decisione importante: ovvero se scegliere di trasferirsi all’estero, per motivi di lavoro, e vivere con tutta la famiglia in un altro Paese.
Ci siamo chiesti se una casa e una vita intera stessero dentro una valigia. E abbiamo scoperto che sì, ci stanno. Si possono ripiegare i giorni, stirare le emozioni, appendere i sogni dove prima c’erano solo un’idea e molte domande. Si parte. Con coraggio. Con pianificazione. Con un progetto. E un sogno.
La pianificazione del trasferimento
Con questo spirito siamo partiti, dopo aver pianificato per circa un paio d’anni la ricerca di una casa che ci permettesse di essere in centro, in modo da poterci ambientare meglio conoscendo i luoghi raggiungibili a piedi, nei dintorni, ( come i negozietti, gli alimentari, la caffetteria, la cartoleria e il panificio). Dove i nostri luoghi d’interesse, come la scuola, il lavoro, l’ufficio e il ranch (ho la passione per i cavalli) non fossero distanti, ma tutti raggiungibili in egual misura. Predisporre la pianificazione del trasferimento è processo indiscutibile.
La scelta della scuola
Abbiamo scelto una scuola bilingue per nostro figlio che avrebbe avuto 7 anni , fatto qualche viaggio di sopralluogo, incontrato insegnanti e direttrice, visitato il ranch, programmato il trasloco (che a 900 km di distanza non è proprio semplicissimo, se dimentichi qualcosa, non torni esattamente a prenderlo, ma potresti anche scoprire che puoi farne tranquillamente a meno).
Sempre nell’ottica di un trasferimento programmato, nostro figlio all’età di 5 anni cominciò a frequentare in Italia l’ultimo anno di asilo in una scuola internazionale per acquisire le basi della lingua inglese e non sentirsi spaesato nel momento in cui, due anni più tardi avremmo affrontato l’espatrio. A partire dall’anno successivo frequentò anche una scuola d’inglese pomeridiana, basata sul gioco, l’interazione e una didattica propositiva. Arrivò infine il momento. Quello scegliere di trasferirsi all’estero divenne tangibile a tutti gli effetti. Arrivò il tempo di andare.
Cosa si lascia
Ci trasferimmo d’estate ( appena terminato l’anno scolastico di Jacopo alla prima classe delle primarie) per avere il tempo di abituarci ai nuovi luoghi, al suono della nuova lingua, per esplorare vie, cibo e natura. Per vivere una sorta di lunga vacanza prima del vero inizio.
Si parte senza pensare troppo a cosa si lascia. Si lasciano appunto ” cose “. I ricordi saranno sempre con noi, non importa essere nello stesso luogo di sempre. I ricordi si incorniciano nel cuore . Le esperienze fatte, le competenze acquisite fanno parte delle nostre rughe, e sono ieri e sono oggi , fanno parte di noi e di quell’essere “viaggiatori della vita” che, in fondo, siamo tutti. E ai ricordi vecchi, se ne aggiungeranno di nuovi e nuove esperienze e nuove conoscenze.
Come state?
Le persone non si lasciano.
Coloro per cui conti saranno sempre con te, con una telefonata, un messaggio, un “come state?”. E saranno una carezza sul cuore. Saranno una voce in un oceano di silenzi. Saranno una parola gentile dove la maggior parte delle conoscenze dimenticherà il significato di empatia, restando comunque convinta di essere individui socialmente educati e cortesi.
Lasciare andare i fili
Ci saremmo aspettati da alcuni “amici”, e sarebbe bastato, che il loro tempo per un “come state?” avesse più importanza di quello che, normalmente, impiegano per fermarsi a far benzina. Alla fine, saranno forse tre le persone “venute via” con noi, pur restando dove abitano da sempre.
Inizialmente abbiamo provato a tenere diversi fili, legati a persone differenti, per poi, uno ad uno, lasciarli andare. Perché, con profonda consapevolezza, abbiamo realizzato come non fosse una vera perdita lasciare andare quei fili. Non è mai una vera perdita quando bastano poco più di un migliaio di km di distanza a chiarire che, non condividendo più un hobby, non frequentando più lo stesso ambiente, non essendo più allo stesso tavolo a cena il sabato, e non essendo più parte di una routine comune, si esce non solo dal loro abitudinario buongiorno quotidiano ma anche dalla loro memoria a lunga scadenza. Scegliere di trasferirsi all’estero implica anche una rivalutazione di quella cerchia di amicizie che si ritiene indissolubile.
E’ accaduto più di una volta che una telefonata fatta da noi si traducesse nella percezione di una perdita del loro tempo; avvertendo, dall’altra parte del telefono, impazienza, disinteresse e quella fastidiosa sensazione di essere messi in viva voce perché nel frattempo tra un “ah-ah, ahn, sì, sì, capisco” ,ottimizzando i tempi, iniziavano a fare dell’altro, mentre le parole cadevano, senza troppo rumore, in un buco senza voce…ed è allora che, all’improvviso, comprendi: l’unico tempo sprecato, in realtà, è solo il tuo.
Cosa si trova
Accade a tutti. Questa è una certezza per qualsiasi famiglia expat, per tutte le altre, per tutte quelle famiglie che non vivranno questa esperienza, resterà semplicemente ciò che “ è ” ma di cui non avranno mai l’occasione di avere alcuna evidenza. Sono qui a parlare di pensieri positivi , quindi sottolineo l’insegnamento scaturito a sua volta anche da quest’aspetto che in fondo ha assunto pure la connotazione di esperimento sociale.
Sarebbe non prendere in considerazione tutti gli aspetti, non essere profondamente sinceri se omettessi questa verità.
Cosa si trova? Si impara a dare un valore diverso alle persone. Si allacciano nuove amicizie, in un’altra lingua, che arricchiscono culturalmente a vicenda, e si entra a far parte di altre quotidianità e di altri buongiorno. Ci si trova ad essere ricchi di emozioni nuove. Di sguardi nuovi che si posano sulle cose e sulle persone con la meraviglia e la curiosità degli occhi di un bambino. Scegliere di trasferirsi all’estero diviene anche un’opportunità per riscoprirsi, per saggiare la propria forza, l’energia, per connettersi con il nostro “io” più profondo. E credetemi è molto di più di una frase fatta.
Mettersi in discussione
Abbiamo scoperto cosa sia davvero importante e a quante cose si è scioccamente legati, che non siano davvero fondamentali. La Vita è una. Ed è questa. E va provata. Va cambiata. Va misurata. Ci vuole coraggio, necessita di Amore. Serve mettersi in discussione per meravigliarsi poi di quanto si cresca nel farlo.
Bisogna provare ad uscire dagli schemi, quelli in cui, giorno dopo giorno viviamo. Possono essere confortevoli, certo, lo è una routine quotidiana che ormai vestiamo ogni mattina di default, senza porci troppo domande, per un’abitudine acquisita, senza approfondire.
Così come indossiamo la nostra giacca, o i nostri jeans, prima di uscire di casa….eppure, soffermandoci proprio sulla sensazione di sicurezza che la nostra routine ci infonde, si potrebbe scoprire che quella giacca non calza sempre a pennello, un po’ come la vita. Un po’ come il luogo in cui si nasce.
Un luogo differente, una quotidianità diversa potrebbero calzarci meglio. Tagliati ad arte e su misura. O probabilmente da aggiustare, da adattare un poco, ma in grado di sorprenderci davanti allo specchio che ci mostra vestiti di nuove occasioni.
Cambia “il dove”, semplicemente, e scopri, all’improvviso, che esistono tanti dove, ed è possibile mettere delle radici, avere nuove esperienze, confrontarsi con persone diverse.
Scegliere di trasferirsi all’estero potrà evidenziare come le priorità della Vita stessa assumeranno un significato chiaro. Imprescindibile. Definito. Quasi assoluto.
Una lingua diversa
Si parte per un orizzonte diverso, dicevo. Nuovo. Senza apparenti limiti.
Ci si può meravigliare nello scoprire nuovi angoli, vie dove perdersi, strade di cui non si conosce la destinazione, un po’ come la piega che prenderà la nuova Vita. Giochi di analisi, pianificazione e tanta immaginazione.
Scopri che esistono nomi nuovi per chiamare il pane, nuovi nomi per chiamare qualunque cosa, in realtà, perché qui la lingua madre non è l’inglese, è una lingua complicata come tutte le lingue che non si conoscono.
Semplicemente è una lingua diversa, ma è proprio qui che ci si trova ad affrontare un nuovo importante step: si comincia ad imparare l’arte del vocabolario internazionale, decifrando le espressioni facciali, nello scrivere gesti nell’aria, e poi, piano piano, le nuove parole acquisiranno un significato, si faranno spazio nella memoria, per restare.
Ci saranno situazioni in cui il valore della conoscenza della lingua locale sarà l’unico tesoro che si vorrebbe avere in tasca. Perché ogni lingua è la chiave, l’unica chiave per aprire un mondo nuovo. Per fortuna per questo esiste il tempo. La volontà. La motivazione.
Esiste anche la lingua inglese che se non aprirà tutte le comunicazioni, ne aprirà moltissime. Ed è un “passaporto” che al giorno d’oggi è davvero importante avere nella valigia della nostra vita. Proprio per non limitare il proprio futuro a priori, gli spostamenti , le esperienze, le proprie eventuali scelte od opportunità. Il confine linguistico è un confine che stimola, ad andare oltre, a mettere in tasca quella chiave. E seppur ci siano e ci saranno anche i momenti “no”, è uno stimolo altamente positivo, per l’apertura mentale, l’elasticità di pensiero, l’esercizio della memoria.
Il senso della famiglia unita
Si scopre che la famiglia ha un senso. E’ “IL” senso. Assume a tutti gli effetti il ruolo di punto fermo. Dove tornare per abbracciarsi la sera. Il “cuore pulsante comune”, per sentirsi, con l’esperienza emozionale simile e avvertire l’empatia più forte che mai.
La famiglia è la fiducia pura e concessa, a 360°. Diventa il motivo per cui alzarsi ogni mattina e affacciarsi su quel mondo diverso, straniero, in cui ci sentiremo accolti o respinti. A quel mondo dedicheremo i nostri giorni e impareremo nuove tradizioni. La famiglia è l’Ascolto e non il Silenzio. Una zuppa calda la sera. Una torta di compleanno che ha un valore ancora più grande. La colazione dei weekend “festosa” e diversa dal resto della settimana, a base di crêpes o waffles, seduti al tavolo tutti insieme.
Si trasforma nel Sostegno nei momenti in cui la forza sembra vestirsi di dubbio e tentenna. Dove “casa” ha un senso, ovunque tu sia, e lo ha perché ci sono loro: la tua famiglia. Diventa il Tempo da trascorrere insieme. La scoperta del territorio e di sport condivisi. Le nuove conoscenze a senso unico.
Il tetto, sotto al quale il suono della tua lingua diventa Musica, Note, Armonia. Certezza. La tua lingua la cerchi nei libri. Tanti. Pagine di parole in fila che conosci, con cui giochi, che padroneggi e hanno qualcosa di meraviglioso: sono tutte comprensibili. Scegliere di trasferirsi all’estero è una scelta di tutta la famiglia, ogni giorno della nostra nuova Vita.
2 commenti
Marianna leggere i tuoi “scritti” mi gratifica molto. Ho letto tutto di un fiato, così come lessi il post su Facebook quando vi siete trasferiti…. Non l’ho mai dimenticato. Sei unica arrivi con le parole direttamente al cuore ❤.
Gli amici veri sono pochi… Quelli che, come dice il buon Jonathan Livingston, Nessun luogo è lontano, se ami essere vicino ad una persona lo sei gia”.
Grande Marianna… 💖
Carissima Patrizia, grazie a te per il tuo commento e le tue parole…”arrivare al cuore” scrivendo, per me è un complimento meraviglioso… ed è proprio vero che nessun luogo è così lontano, con le parole si possono coprire distanze inimmaginabili…