Circe come non la conosciamo.
Il carattere e la sua personale storia familiare, così intessuta di ricordi, di sentimenti e perdita, emergono pagina dopo pagina, ancorandoci emotivamente a questo personaggio. Circe si rivela una donna sensibile alla ricerca di se stessa, un’anima dolorante, bagaglio di un’ infanzia falsamente dorata, trascorsa, sì circondata da divinità e ninfee, ma priva d’amore e compassione. Ci sorprenderà con le sue fragilità e i suoi ricordi di bambina non amata. La solitudine eterna a cui viene condannata diverrà un percorso di intima scoperta, di dolore ma anche di rivalsa.
La donna Circe
Una donna intelligente Circe. Riflessiva. Una donna, immersa e costretta nella Natura della sua isola, che troverà la sua ragione d’Essere nella raccolta delle erbe selvatiche e il lento studio del loro potere magico e medicamentoso. E con estrema caparbietà ne farà un’Arte, la Sua arte. E sarà proprio padroneggiando quest’Arte che troverà conforto, sicurezza, insieme ad una nuova forza interiore. Troverà riscatto e vendetta dalla violenza maschile subita. Troverà il modo di avere una propria identità. E con essa la visione di un futuro quasi degno di essere eterno.
” Lasciate che vi dica cosa non è la magia: non è un potere divino che sgorga con un pensiero e un batter d’ occhi. La magia deve essere creata e plasmata…sminuzzata e macinata…evocata…e ancora, può fallire, come agli dèi invece non succede…”
Circe (Madeline Miller)
Tesserà il proprio equilibrio in quell’essere Maga e amante degli animali. Circondandosi di animali selvatici, accogliendoli al proprio focolare, sfamandoli, parlandogli, formerà con loro un legame quasi viscerale e familiare. Riconoscendo loro quelle qualità affettive mancanti al Mondo divino da cui proviene.
Diventerà solo in minima parte quella Circe che da sempre conosciamo, mentre ci sorprenderemo in realtà a fare il tifo per lei, ad essere dalla sua parte. Perché non sarà più semplicemente quella maga ammaliatrice o quel personaggio marginale nelle peripezie di Ulisse. Diviene Donna. Creatura complessa. “Io narrante”. Ed è dal suo punto di vista che conosceremo un altro Ulisse. Un diverso Telemaco. Un’altra Penelope.
Circe: delusa dall’Amore paterno. Derisa dagli dei e dagli uomini. Ferita nel suo “io” più profondo. Lacerata nell’animo e punita, isolata, condannata all’eterna solitudine. Eppure così ricca di sentimenti, emozioni, compassione ed Amore.
” Ogni notte Dedalo bussava in segreto alla mia porta. Era tempo preso in prestito, lo sapevamo, il che rendeva tutto più dolce”
Circe ( Madeline Miller)
Il Senso della Vita e dell’ Amore
La comprenderemo. L’ameremo. Troveremo risposte a domande mai formulate prima. Incontreremo una donna protagonista che si sveste del personaggio scomodo e ingannatrice di uomini a cui eravamo abituati. E credo che avessimo bisogno di una penna femminile per poter comprendere i suoi lati più fragili, sentimentali, emotivi e, perché no, romantici, ma anche, al contempo, amarne l’immensa forza, la determinazione, la lotta e quel profondo senso materno che ha valore sopra ogni altro sentire e in cui forse possiamo riconoscerci tutte. Madri e non. Perché amare non è altro che Amore, Forza, Dono ma anche Disperazione e Sacrificio. Circe, nel finale, ci rivelerà in qualche modo il Senso della Vita e dell’Amore. E noi, l’ameremo ancora di più.
” Un tempo pensavo che gli dèi fossero opposti alla morte, ma adesso vedo che sono più morti che altro, poiché sono immutabili, e non possono trattenere nulla nelle mani”.
Circe ( Madeline Miller)
Mi è piaciuto perché
Mi è piaciuto perché è un romanzo intenso, scorrevole, che emoziona, trascina, immerge il lettore in una storia romanzata, senza perdere di vista le profonde ed innegabili conoscenze mitologiche.
La narrazione connette tra loro, fornendoci approfondimenti e, nello stesso tempo, “pettegolezzi”, varie divinità ed episodi mitologici famosi e lo fa da una prospettiva del tutto nuova ed interessante. Allo stesso tempo rivela i risvolti psicologici e il passato di uno dei personaggi più ‘etichettato’ dell’Odissea. E forse, proprio perché impariamo a conoscerla, ecco che Circe si manifesta come una protagonista inaspettata, intrigante e sorprendente.
Madeline Miller con maestria ci mostra il percorso psicologico di un personaggio conosciuto comunemente come negativo, subdolo e licenzioso, ricordandoci ancora una volta che, spesso, ci limitiamo a giudicare a priori, e con pregiudizi, ciò che come tale ci viene presentato, senza approfondire ulteriormente, senza conoscere davvero le ragioni, le storie, le esperienze che formano ciascuno. Madeline Miller ci fornisce e suggerisce una nuova e inattesa chiave di lettura perché Circe in realtà è semplicemente, meravigliosamente e, prima di tutto, una donna dalle molteplici sfaccettature ed esperienze emotive.